
Blitz di Stante, poi Nava blinda la porta: Inter-Milan 1-0
L’ultima volta che Inter e Milan si sono affrontate in Serie A, ad esultare sono stati i rossoneri. Era il 5 febbraio: il Diavolo subì l’1-0 sugli sviluppi di una palla inattiva, venne salvato dall’inferno dalle numerose parate di Maignan e si guadagnò poi il paradiso con la doppietta in tre minuti di Giroud. Ieri pomeriggio, al “Suning Youth Development Centre”, è andato in scena un altro “Derby della Madonnina”: quello del campionato Under 18. I nerazzurri sono andati avanti sfruttando un calcio da fermo, hanno continuato ad attaccare, ma non sono riusciti a trovare il gol del raddoppio. Déjà-vu? Da un lato no, perché (differenza non da poco rispetto alla stracittadina del massimo campionato) l’1-0 non è stato ribaltato; dall’altro sì, perché se l’Inter ha segnato solo un gol, il merito è indiscutibilmente dell’estremo difensore rossonero. Si chiama Lapo Nava e se il cognome vi dice qualcosa, non è un caso.
Lapo Nava, classe 2004, inizia a giocare nella Masseroni, famosa società del capoluogo lombardo da poco affiliata alla Juventus, ma che per anni è stata Scuola Calcio Milan. Fa una breve esperienza alla Pro Sesto e nel 2017 viene tesserato dalle giovanili rossonere, con le quali compie tutta la trafila. Oggi è uno dei punti fermi dell’Under 18, ma viene spesso aggregato anche alla Primavera e può vantare anche tre convocazioni con “i grandi”. La prima di esse è arrivata in occasione di Milan-Roma e gli ha subito regalato le luci della ribalta. Sebbene non abbia esordito, infatti, è diventata virale una foto scattata al termine della partita da alcuni tifosi, che l’hanno riconosciuto mentre tornava tranquillamente a casa in tram. E se questo episodio extra campo è l’emblema della sua umiltà, la prestazione offerta ieri contro l’Inter Under 18 è l’emblema delle sue doti tecniche. Dopo aver subito – impotente – il gol dell’1-0, il giovane portiere del Milan ha abbassato la saracinesca e non ha fatto passare più nulla. Il primo a cercare il raddoppio è stato Andersen con un tiro dal limite, ma Nava si è opposto distendendosi sulla sua destra. Il centrocampista danese ci ha riprovato poco dopo, ma il numero uno rossonero ha detto no sia alla sua conclusione che alla ribattuta di Sarr. Stesso esito ha avuto il tentativo di Peschetola, che si è presentato a tu per tu con l’estremo difensore avversario, ma si è visto sbarrare la strada. Nella seconda frazione il copione della sfida non è cambiato, con l’Inter che prova ad incrementare il vantaggio e Nava in versione para-tutto. L’intervento in uscita su Kamate è effettuato con una naturalezza che lo fa sembrare quasi banale, mentre il riflesso sul tiro a botta sicura di Peschetola di banale non ha proprio niente: rientra a pieno titolo nella categoria dei miracoli. I tifosi interisti iniziano a temere la beffa come in Serie A, ma per loro fortuna l’unico giocatore avversario on fire è Nava; gli altri, soprattutto gli attaccanti, hanno le polveri bagnate.
E ora la questione cognome, da affrontare (giustamente) solo alla fine perché le qualità e le prestazioni del giovane portiere milanista non dipendono certo dal “casato”. Lapo è figlio di Stefano, ex calciatore di Serie A che è cresciuto e ha giocato per anni nel Diavolo. Di mestiere faceva il difensore, quindi anche il suo compito era impedire agli altri di segnare. Nella sua carriera – guardacaso – Milan-Roma ha un significato speciale, perché è l’unica partita in cui ha segnato un gol. Déjà-vu? Da un lato sì e i motivi li avrete individuati anche voi; dall’altro no, perché il palmares di Nava senior con i rossoneri dice due Scudetti, una Champions League, una Supercoppa italiana e una Supercoppa europea. Lapo rimane umile, ma i complimenti dopo un derby perso non gli bastano. Proprio come un tram, avanza con calma e costanza. Tanto il percorso è chiaro e i binari sono già tracciati.
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