
L’ex LGI si racconta: parola a Davide Arras
Ben ritrovati all’appuntamento settimanale con la rubrica “Ex LGI” nella quale raccontiamo i percorsi, calcistici e non solo, dei calciatori passati negli anni sotto la nostra lente d’ingrandimento. Dopo aver dato voce a Nicholas Pierini, attaccante del Cesena, passiamo il testimone ad un altro profilo offensivo. Stiamo parlando di Davide Arras, classe ’98 in forza al Grosseto.
Raccontaci di te. Che tipologia di attaccante sei e qual è il tuo modo di interpretare il suddetto ruolo?
“Nasco come punta, anche se nel corso dell’ultimo anno di Primavera a Cagliari ho agito anche come esterno o addirittura quinto di centrocampo per poi tornare a quello che è il mio ruolo naturale. Negli ultimi anni ho imparato a conoscermi e ho capito quali sono le mie caratteristiche principali da sfruttare. I miei punti forti sono la velocità e l’attacco alla profondità”
C’è un calciatore che ammiri in particolare nel tuo ruolo o dal quale cerchi di trarre qualche spunto?
“Ho sempre ammirato Alvaro Morata, seguo molto spesso e con attenzione i suoi movimenti perché credo che a livello tattico sia molto preparato. Guardando tra i calciatori italiani, mi piace molto Federico Chiesa, che seppur non ricopre il ruolo che faccio io, essendo un esterno, mi piace molto per la furbizia che mette in campo nonostante l’età, oltre che per lo strappo e la velocità uniti alla qualità”.
Raccontaci come si è sviluppato il tuo percorso a livello giovanile, dato che a noi de La Giovane Italia interessa in modo particolare questo aspetto…
“Sono nato a Olbia e ho vissuto per anni in un paesino di 2.000 abitanti, di conseguenza i miei primi calci li ho tirati in una società di provincia, la S.S. Berchidda. All’età di 14 anni feci una stagione molto importante, caratterizzata da 51 reti realizzate e fu allora che catturai l’attenzione del Vicenza, che mi inserì nella loro squadra dei Giovanissimi Nazionali. Anche in quell’annata feci bene e realizzai 27 gol. I due anni successivi giocai nelle giovanili della Juventus. Poi però decisi di tornare a Cagliari, dove tra l’altro ebbi modo di firmare il mio primo contratto da professionista. Anche qui vi trascorsi due anni prima di passare all’Olbia in Serie C”.
Nel corso della tua carriera tra i grandi quali sono stati i momenti che ti hanno segnato maggiormente sia in positivo che in negativo?
“Il momento migliore nel corso della mia carriera da professionista fin qui l’ho vissuto lo scorso anno alla Pianese. Ho fatto un campionato importante da protagonista dove giocai con continuità e realizzai 16 reti. Sicuramente è stato uno dei miei momenti più emozionanti e positivi in assoluto. Il momento più negativo e difficile, invece, l’ho vissuto quattro anni fa, quando arrivai al Cuneo. Ebbi parecchi infortuni muscolari che mi buttarono parecchio giù e allo stesso tempo la situazione societaria non era delle migliori, visto l’imminente fallimento. Io avevo una ventina d’anni e venivo da stagioni importanti e vissi per la prima volta una situazione non serena”.
Oggi per te c’è il Grosseto. Cosa ti aspetti da questa stagione e quali sono le tue sensazioni ed obiettivi personali?
“Quest’anno ritorno nel campionato di Lega Pro per recitare un ruolo da protagonista, forte di una maggior consapevolezza, in quanto ho già avuto modo di conoscere la categoria e le sue dinamiche. Sono partito bene, sto giocando con continuità in una società importante e con grande seguito come Grosseto. Il mio obiettivo sarebbe quello di arrivare a dare un contributo importante alla società e ai miei compagni raggiungendo una soglia di gol che ci possa permettere di ottenere la salvezza”.
Come ami trascorrere il tuo tempo libero di questi tempi? Hai qualche passione che stai coltivando parallelamente al calcio?
“Negli ultimi mesi, in cui purtroppo si sta tornando a rivivere l’incubo dell’aumento dei casi di Covid e tutto ciò che questo comporta, cerco di occupare il mio tempo libero coltivando molto la passione per la lettura. Allo stesso tempo mi piace anche dipingere, mi rilassa molto. Sono due attività che nei momenti difficili mi distolgono per un attimo dallo stress e dalle difficoltà della vita di tutti i giorni. Attualmente non sto frequentando corsi di studi perché preferisco rimanere concentrato sul campo e dare tutto me stesso per questo obiettivo, poi in futuro si vedrà”.