
L’ex LGI Ernesto Starita si racconta in esclusiva
Si allunga la serie di attaccanti che si raccontano attraverso la nostra rubrica “Ex LGI”, che ripercorre il percorso dei calciatori transitatati negli anni all’interno del nostro Almanacco: dopo De Respinis, Magnaghi, Bentivegna, e Sereni è il turno di Ernesto Starita.
UN ATTACCANTE MODERNO
Tra le implicazioni del calcio moderno, sempre più dinamico, c’è una particolare necessità di adattamento da parte dei calciatori, in particolare degli attaccanti, a sapersi muovere, svariare ed occupare diverse zone del campo. Questo non è un problema per Ernesto Starita, capace di ricoprire più ruoli in attacco: “Sono una seconda punta duttile, posso ricoprire senza alcun problema il ruolo di prima punta o di esterno d’attacco, preferibilmente sul settore sinistro del fronte offensivo”.
LE GIOVANILI, PERIODO DI ADATTAMENTO
Starita nasce a Napoli il 3 marzo 1996 e cresce calcisticamente tra il settore giovanile del Padova e quello della Pro Vercelli. Fin da piccolo, lascia quindi la sua terra d’origine, trascinato dalla passione per il pallone: “Inizialmente fu molto difficile considerata l’età molto giovane. Trasferirsi in una città nuova del nord Italia, lasciare tutte le amicizie di Napoli non è stato una passeggiata, ma tutto ciò mi ha fortificato dal punto di vista caratteriale. Riuscii dunque ad adattarmi abbastanza presto alla nuova realtà: gli allenamenti erano duri ma i compagni che condividevano con me il convitto mi accolsero benissimo e si venne a creare un bellissimo gruppo, tanto che tutte quelle sofferenze che molti di noi avevano, in questo modo sopperivano”. Nel periodo di Padova le esperienze giovanili più indelebili: “Ricordo con piacere un a manifestazione sportiva che disputammo dalle parti di Vicenza, il Torneo Ferroli, nel quale arrivammo in semifinale. Cito anche il raggiungimento delle fasi finali playoff negli Allievi Nazionali, dove arrivammo, anche in questo caso, in semifinale”.
LA CARRIERA DA PROFESSIONISTA
In seguito alla Primavera a Vercelli fece due brevi esperienze in prestito in Serie C, dove giocò con la maglia di Pisa e Fidelis Andria. Nella stagione 2016/17 la gioia dell’esordio in Serie B con la sua Pro Vercelli: “Il rammarico più grande è quello di non esserci rimasto a lungo. Per una serie di motivazioni legate a sfortuna e mancanza delle giuste condizioni non sono riuscito a conquistarmela. Spero che il duro lavoro e i sacrifici che sto facendo ora possano ripagare un giorno”. La carriera di Ernesto si è dunque sviluppata nei meandri della Lega Pro: Pro Piacenza, Bisceglie, Casertana e Monopoli. Quella di Caserta è stata fin qui la stagione più prolifica per lui, con 10 reti in 28 presenze. “Credo che ogni stagione sia a unica a modo suo e ti lasci qualcosa dentro. I miei primi anni di carriera sono stati molto duri e formativi, soprattutto dal punto di vista caratteriale, avendo dovuto mandare giù più di un boccone amaro”. L’avventura in terra pugliese con la maglia del Monopoli è iniziata nell’estate del 2020. Lo scorso anno 36 presenze e 6 reti realizzate. L’aspetto da tenere in considerazione e che salta all’occhio è il confronto del rendimento attuale con quello della stagione passata: in sole 8 presenze Starita ha già siglato lo stesso numero di gol dello scorso anno: “Non sono comunque soddisfatto perché penso che si possa fare molto di più. Sono una persona che guarda ai fatti più che alle parole, un aspetto del mio carattere che porto dentro da sempre è quello di non guardare a ciò che sto facendo ora ma al prossimo obiettivo che posso raggiungere. Questo è un po’ il motore che mi spinge a dare sempre il massimo”. Se ad oggi il Monopoli si trova al sesto posto della graduatoria nel Girone C, è anche grazie ai suoi gol: “Non vedo l’ora di conquistare quei punti che ci possano garantire una salvezza tranquilla per poter pensare poi a raggiungere il massimo che ci si possa permettere. La consapevolezza è che siamo un gruppo forte e che si può togliere grandi soddisfazioni. Molti di noi ci si conoscono ormai da 2 anni, e la nostra forza è proprio la coesione e la compattezza del gruppo squadra”.
FALSI MITI, SACRIFICI E… LAUREA
Anche la storia calcistica di Starita, come tante altre, è portatrice di un messaggio, un insegnamento che in questo caso è espresso in maniera impeccabile dallo stesso giocatore: “Spesso fare il calciatore è una cosa che viene sottovalutata troppo. Si pensa che sia troppo facile diventare calciatori rispetto a quella che è la realtà. Dietro ci sono tanti sacrifici e tante sofferenze che dall’esterno non vengono percepite. Io a soli 14 anni mi sono dovuto adattare ad uno stile di vita completamente nuovo, lontano da casa e dai miei cari. Sono tante le cose che mi preclusi con la speranza che tutto ciò venisse un giorno ripagato, cosa che non è assolutamente scontata. Allo stesso tempo credo che costanza, duro lavoro e sacrificio siano fondamentali per poter raggiungere gli obiettivi. Se la passione e i sogni sono forti bisogna fare tutto ciò che è possibile fare per non avere rimpianti in futuro, senza mai abbattersi nelle difficoltà. Nonostante tutto, ho comunque continuato a studiare perché ritengo sia molto importante. Ora sto per laurearmi in Scienze Motorie”.