Bavagnoli: "Le società femminili devono porsi obiettivi"

In poche, nel mondo del calcio femminile italiano, possono vantare l’esperienza e le competenze di Elisabetta ‘Betty’ Bavagnoli. Ad una lunga carriera da giocatrice, iniziata a fine anni ’70 nella natìa Piacenza, e conclusa un ventennio dopo con la casacca della Lazio, l’ex difensore ha fatto seguire una lunga esperienza come allenatrice, conclusasi sulla panchina della Roma dal 2018 al 2021, ottenendo la vittoria dell’ultima Coppa Italia. Ora per lei c’è stato un ulteriore salto di qualità: da giugno è diventata Head of Women’s Football, in sostanza colei che avrà la responsabilità di coordinare tutte le attività al femminile del club capitolino. Intervenuta al Workshop LGI 2021, non ha solo rimarcato l’importanza del nuovo ruolo rivestito, ma ha anche tracciato e disegnato la via che il calcio femminile italiano deve intraprendere nel prossimo futuro.

“Ci abbiamo messo 30 anni, noi donne, ad ottenere una certa visibilità e altrettanti ad ottenere il professionismo” ha spiegato ad inizio intervento “ma la strada per appianare il gap con il resto d’Europa è ancora lunga e bisognerà lavorare intensamente in tutto il territorio nazionale perché si riesca a raggiungere il massimo”.

Innegabili quindi i progressi e l’impronta che il calcio in rosa ha ricevuto negli ultimi anni; tuttavia ci sono ancora aspetti importanti su cui bisogna progredire: “Innanzitutto, noi come allenatori e dirigenti abbiamo il compito di formare e di fornire alle nostre ragazze strutture adeguate” prosegue “Le società devono porsi degli obiettivi non solo sportivi, ma anche umani e strutturali: dobbiamo consentire alle calciatrici di allenarsi al meglio delle loro possibilità e di continuare a farle crescere, in un percorso che ci porterà a continuare a migliorare in tutta la Penisola”.

Se da un lato quindi vengono rimarcate le strutture, spesso carenti e inadatte al calcio professionistico, dall’altra parte la crescita passa anche dal lavoro sul territorio: emerge quindi l’importanza di fare scouting, per non lasciarsi scappare quei talenti che possono fare strada nel mondo del pallone italiano, e in generale un lavoro di spessore sui settori giovanili, che devono essere curati sin dalla giovane età per ottenere risultati importanti con le giovani. Solo con un coinvolgimento a tutto tondo il calcio femminile italiano potrà esplodere definitivamente.

In chiusura comunque, Bavagnoli non si dimentica di certo della ‘sua’ Roma, della quale dice: “Di sicuro vestire la maglia giallorossa al femminile ha un peso differente che al maschile, perché con gli uomini ci sono delle situazioni viscerali con la piazza che non possono essere ignorate. Per le ragazze è diverso: il sogno è più fattibile e si può vestire la maglia della Roma con più facilità. L’obiettivo che ci poniamo è quello di costruire un settore giovanile di prim’ordine: solo in questo modo, mostrando la nostra competenza, la nostra professionalità e le nostre qualità, potremo alzare ulteriormente l’asticella”.

I frutti di questo lavoro sono già visibili, visti i due titoli Primavera consecutivi conquistati dalle ragazze capitoline. Ora però, serve un passo in avanti ulteriore. E Betty Bavagnoli ne è l’artefice più indicata.