Baronio: "Gli allenatori siano prima educatori"

Baronio: “Gli allenatori siano prima educatori”

Roberto Baronio, calciatore dall’enorme spessore tecnico ed umano prima ed allenatore con esperienze importanti a livello Under fino ad arrivare lo scorso anno alla Juventus, è stato il primo ospite intervenuto nel Workshop LGI 2021. Proprio confrontando i suoi trascorsi da giovane calciatore con quelli dei ragazzi di oggi è cominciata la riflessione dell’ex collaboratore tecnico di Andrea Pirlo lo scorso anno ai bianconeri.

“Ai miei tempi non era dedicata la stessa attenzione di oggi in termini di visibilità per chi fa parte di un settore giovanile. Se da una parte una maggiore notorietà avrebbe fatto sicuramente piacere, dall’altra tuttavia posso ritenermi fortunato: si tratta di un’arma a doppio taglio!”.

Dopo aver esordito ripensando al suo passato da aspirante giocatore, che è poi diventato, Baronio ha poi toccato il tema di maggiore interesse che riguardava il nostro incontro: la sua metodologia di lavoro da allenatore di categorie Under. Numerose sono infatti state le sue esperienze di rilievo, partendo dal Club Italia, in cui si è diviso tra Under 18 e 19, per poi passare nelle Primavera di Brescia e Napoli.

“Sono tutte state a modo loro panchine gratificanti, tutte avevano le loro particolarità, ma il tutto è stato accomunato dal mio approccio: ho cercato sempre di conoscere per prima cosa i miei ragazzi nel profondo, cercando di dare loro l’esempio su come ci si deve comportare per saper stare in un gruppo. Gli insegnamenti tecnico-tattici sono venuti sempre dopo, ho dato la precedenza ad educare, prestando in particolare attenzione su chi giocava meno, essendo schietto e sincero senza nascondere nulla su quelle che erano le mie idee”.

Un altro aspetto fondamentale che il mister ha tenuto a sottolineare è stato il suo rapporto coi genitori dei ragazzi, che prima di iniziare la stagione ha sempre convocato per una riunione per spiegare il suo ruolo.

“Ho sempre tenuto a dire loro quali valori avrei trasmesso ai loro figli, ma anche di non mettere in discussione il mio lavoro. Personalmente non mi azzarderei mai di dire ad un architetto come si costruisce un palazzo ad esempio”.

Un’ultima peculiarità, infine su cui Baronio ha voluto insistere è la conoscenza dell’ambiente che si va ad allenare: tra Brescia e Napoli, infatti ha toccato con mano una certa differenza nel rapportarsi a livello caratteriale con questi due gruppi.

“La piazza, in termini di area geografica ha il suo perché: mentre a in Lombardia c’è stato, pur avendo un gruppo di ragazzi eccezionali, un approccio un po’ più freddo, andando a sud la mentalità è diversa. Il ragazzo meridionale sente il bisogno di un rapporto e di un contatto diretto fin dal primo momento”.

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